di Renato De Capua
Un’invenzione, la diffusione di una voce e una data avrebbero rivoluzionato il mondo della comunicazione. In una sera d’ottobre di cento anni fa, l’Italia poteva ascoltare l’annuncio della prima trasmissione radiofonica via etere: “Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924”. La voce era di Ines Viviana Donarelli, l’invenzione, di Guglielmo Marconi, premio Nobel per la fisica. Così, notizie, musica e sogni di intere generazioni passano per una stazione radio ed entrano nelle case degli italiani; l’etere, uno spazio nuovo e immateriale tutto da conquistare. Anche Lecce, come molti centri della nazione, celebra il centenario della radiofonia. E lo fa con la mostra “Cento anni di radio in Italia”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce, in collaborazione con l’Università del Salento e il collezionista Alberto Chiantera, esperto conoscitore del mondo delle radio d’epoca.
Inaugurata proprio domenica scorsa, presso l’ex convento dei Teatini, con la presenza del sindaco Adriana Poli Bortone, del rettore Fabio Pollice e del sociologo Stefano Cristante, delegato alla comunicazione dello stesso ateneo, la mostra propone un percorso suggestivo attraverso gli apparecchi radiofonici e radio dal primo Novecento in poi. Partendo dal corno, prima rudimentale forma di comunicazione, si passa alle prime apparecchiature di Marconi, una stazione telegrafica in grado di riprodurre un segnale di SOS; i ricevitori degli anni ‘20, gli speaker, i primi ricevitori incorporati nei mobili degli anni ‘50-‘60, una vetrina tutta dedicata alle radio d’automobile (la più piccola pesa la bellezza di 3 kg), le piccole radio da comodino appartenute ai nostri nonni e Ie famose, iconiche e colorate “Transistor”. Presenti, inoltre, le “radio a galena”, funzionanti anche in assenza di corrente elettrica. «Le radio in esposizione – racconta Alberto Chiantera – sono tutte di proprietà della mia famiglia. La collezione nasce intorno agli anni Cinquanta grazie alla passione di mio padre. Io ho continuato a seguire le sue orme, facendone nascere un museo a Verona, attualmente diretto da mio figlio. I cento esemplari in esposizione a Lecce sono di rarissima fattura e per la prima volta giungono nel Salento direttamente dal Veneto».
A sostenere con convinzione il progetto, l’Università del Salento, tra gli atenei italiani con un’operosa web radio all’attivo; SUR (Salento University Radio, www.sur.unisalento.it) propone, infatti, contenuti ricchi ed eterogenei, dall’arte allo sport e alla musica, senza mai distogliere lo sguardo dai grandi scenari del mondo della comunicazione, passando per l’attualità e le realtà legate al territorio.
«In questi cento anni la radio ha conosciuto ogni tipo di vicissitudine – dichiara Stefano Cristante – dalla sperimentazione degli anni Venti all’avvento della televisione, nata nel 1954. Non bisogna dimenticare che la maggior parte dei format televisivi erano precedentemente radiofonici.
Alla forza crescente della televisione, la radio ha reagito in modi davvero imprevisti, facendo emergere, ad esempio, a livello territoriale dal basso, l’esigenza di strutture aggregative e conversative come le famose radio libere. Adesso è il momento dell’ascolto diffuso, in gran parte degli ascoltatori, dei podcast, format che stanno appassionando, caratterizzati da una personalizzazione che non era pensabile decenni fa. L’auspicio conclude – è che nella stagione che stiamo vivendo, da un punto di vista radiofonico, ci sia spazio per l’approfondimento di un utilizzo della radio anche per studiare». La riflessione sulla contemporaneità e sulle nuove onde che la radio può ancora solcare, non può prescindere da uno sguardo attento al passato. Uno spazio espositivo permanente dedicato alla radio, nella città, unitamente alla costruzione di attività museali attorno alla comunicazione, potrebbe essere una strada accattivante attraverso cui conoscere, sperimentare e raccontare quest’importante forma di comunicazione dalla sua nascita ai nostri giorni. Intanto, la mostra è visitabile tutti i giorni, nei locali dell’ex scuola dell’infanzia “G. Saraceno”, nel cuore del centro storico di Lecce, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20, fino al 6 gennaio 2025 con ingresso libero.
Nel periodo delle festività (dal 1° dicembre al 6 gennaio), nei giorni festivi, sarà aperta fino alle 21.30. E da oggi, grazie al lavoro di SUR, scansionando un QR code con il proprio smartphone, sarà possibile ascoltare gratuitamente l’audioguida (presente anche sul sito della web radio) direttamente dalla voce di Alberto Chiantera. Un antico grammofono, con il fascino dei suoi 120 anni, spande le musiche di un tempo lontano; un vecchio annuncio pubblicitario di una radio Telefunken sembra essere stato scritto ieri: “In questo bottone è l’Europa” – dice – con persuasiva fierezza. È la radio di tutti che commenta e appassiona, facendoci sentire parte di un’unica grande narrazione.
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